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ENRICO BENASSI

Enrico Benassi nasce nel 1902 a Casale di Mezzani (Parma) da una famiglia di contadini e vive in una modesta cascina con altri sette fratelli. Nel 1916 si trasferisce a Copermio, frazione di Colorno, dove lavora nei campi, ma si dedica anche come autodidatta alla musica, imparando a suonare la chitarra, il mandolino e il banjo e nel 1920 crea un’orchestrina con strumenti a corda e a percussione.
Si sposa nel 1922 con Almerina Mossini da cui avrà 12 figli (una morta a soli 5 mesi). In questo periodo comincia a disegnare personaggi storici, musicisti, cavalli, uccelli.
Nel 1937 si trasferisce a Parma e fa l’infermiere all’Ospedale Rasori dove rischia la vita per una peritonite perforante. I postumi dell’operazione gli consentono l’esonerio dalla chiamata alle armi. Dopo un anno in Germania come infermiere, ritorna prima dell’8 settembre 1943 e si dedica al commercio della stoffa, percorrendo lunghi chilometri in bicicletta ed evitando miracolosamente i bombardamenti. Rischia ancora di morire nell’alluvione del Po del 1951.
Dopo alcuni anni come commerciante di stoffe in Ghiaia, inizia a fare l’ambulante e anche a dipingere. Usa come fondi cartoni di scatole di cioccolatini e come colori le tempere. In caso di necessità presta anche assistenza ai malati dell’Ospedale Maggiore ed è lì che incontra l’architetto Guglielmo Lusignoli il quale gli apre le porte del successo artistico nel mondo naïf con mostre internazionali e critiche prestigiose.
Conosce ed è apprezzato da Zavattini, Dino Buzzati, Arsen Pohribny, Anatole Jakovsky, Marzio Dall’Acqua. Dopo l’ultima personale realizzata in vita e organizzata alla Chiesa dell’Annunziata dal figlio Antonio nel 1977 e dopo 100 giorni dalla morte dell’amata moglie, si spegne a Parma il 13 febbraio 1978. Al 2008 risale l’antologica a Mezzani a 30 anni dalla scomparsa.