Sergio_Riviera
Laggiù nelle valli...la nebbia, 2021 - acrilico su tela - cm 60x80

Sergio_Riviera
Nebbia ai bordi del bosco, 2021 - acrilico su tela - cm. 80x60

 
  Valore3

 

SERGIO RIVIERA

“Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba, tu fumo che ancora rampolli,
su l’alba,
da’ lampi notturni e da’ crolli d’aeree frane!
(G. Pascoli)


Oltre la nebbia in Riviera ci sono gli accordi cromatici sfavillanti di Nolde. Essa è un incidente, un sogno che svapora tra le piante, è sfondo vago che riecheggia in lontananza l’incanto dello sfumato leonardesco. Del resto Riviera è uomo della Bassa nebbiosa, se la porta dentro come il respiro di queste terre del Po. Ma come tanti artisti sorti sulle sue rive, rivendica la ribellione del colore, della vitalità esplosiva solo attutita dal fenomeno atmosferico. Anche nell’opera in bianco e nero, si coglie un fremito cromatico nel contrasto dei rami e in quei profili scuri che irrompono su un vacuo luminescente chiarore, destinato a dissolvere alla prossima alba. La nebbia passa come un brivido e oltre è ancora più acceso, più vivido il mondo.

   Manuela Bartolotti

 

         

Sergio Riviera è nato nel 1944 a Decamerè, a sud-est di Asmara, in Eritrea. All’età di due anni, con la sua famiglia è rientrato in Italia. Dopo aver trascorso alcuni anni a Brescia, si è trasferito a Suzzara (Mn), dove tuttora abita. Sin dall’infanzia si è dedicato al disegno e alla pittura. Ha lavorato come progettista e imprenditore di arredamenti per locali pubblici. A 25 anni però un tragico incidente sul fiume Po lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Dopo due anni di riabilitazione funzionale,
ha ripreso l’attività di arredatore e si è sposato. Ha realizzato anche prodotti per ridurre l’handicap e facilitare l’autonomia delle persone disabili. D’altra parte la ricerca della bellezza nel suo lavoro e nella sua pittura appassionata ha continuato ad accompagnarlo, portandolo a moltissimi concorsi dove ha ricevuto premi e riconoscimenti per le sue doti di tecnica e fantasia, in cui emerge la nota poetica e la forza vitale dell’autore, sia nel gioco delle forme e dei colori che in quello delle parole nei titoli: “e d’improvviso scesero anche le gioie a stipare la mia anima”. E’ apprezzato dai maggiori critici nazionali.