FONDAZIONE UCCIA FIENI e CHAOS ART GALLERY
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"SOGNO"
Sabato 25 marzo, ore 17,30
Nell’arte di Raffaella Bellani tutto sembra legarsi ad un filo invisibile e inconscio, tra terra e cielo, tra aria e acqua, aldiquà e aldilà. È un graffito sottile tra scritte sospese e sguardi affioranti, in bilico tra passato e futuro, è un’evocazione e un’invocazione interiore. Un sogno. E un misterioso, magico ricongiungimento.
Le donne, il mondo, i pesci. Ecco le tematiche di Raffaella Bellani. Ma cosa li lega, oltre ai materiali che s’insinuano e sovrappongono? Un filo invisibile e inconscio, tra terra e cielo, tra aria e acqua, aldiquà e aldilà. È un graffito sottile tra scritte sospese e sguardi affioranti, in bilico tra passato e futuro, è un’evocazione e un’invocazione interiore. Un sogno. Bellani ha sempre fatto molti ritratti, quasi tutte donne con dentro universi di cose, scatole cinesi d’immagini, fioriture di pensieri e memorie come giochi di riflessi, emersioni simboliche e oniriche. Il suo linguaggio è solo apparentemente realistico, figurativo, perché poi invade i territori dell’inconscio, andando oltre, divenendo surreale e metafisico. Le giustapposizioni di tecniche che sembrano inspessire le sue tele, creando rilievi, paradossalmente le sgravano del peso della materia, approfondendo le piste d’indagine, moltiplicando le chiavi di lettura. La sua è una pittura solo apparentemente semplice e immediata, ma in realtà è estremamente introspettiva e articolata. Le ultime opere vedono protagonisti pesci, colorati e fantastici, silhouettes elementari fluttuanti nell’etere. Eppure sono archetipi e simboli alchemici, veicoli muti di messaggi ineffabili. Aggrappati ad essi, su altalene, quasi mimetizzate sono donne e bambine dai capelli rossi e ricci, vitali apparizioni del sé. Non bisogna lasciarsi ingannare anche qui dalla semplicità di queste scene, leggere, quasi decorative, eppure misteriose. Le superfici graffiate, elaborate con inserti materici raccontano poi molto più di una storia individuale e personale, ma dispiegano in sguardi e profili l’eterno femminino, l’Anima mundi, la donna nella sua essenza. Si sente come la Bellani dipinga in un trasporto quasi medianico, afferrando intuizioni superiori, esprimendo l’arcano dell’esistenza con gesti artistici che scavano pensieri. Dietro le tele (e talvolta anche sopra, quasi in filigrana) trascrive il diario interiore di questi momenti estatici, le tracce per orientarsi nei labirinti dell’anima. E poi ecco sorgere una parola: ricongiungimento. Il filo del sogno conduce in alto, oltre quella superficie scabra, oltre la pelle segnata e lo sguardo d’incolmabile attesa. Le sue opere spingono sempre verso approdi d’ulteriori immaginazioni. Sogni o magie? Forse entrambe le cose. Manuela Bartolotti
RAFFAELLA BELLANI "SOGNO"
Sabato 25 marzo, ore 17,30
25 marzo - 12 aprile 2023, Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma,
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Pasqua e Pasquetta: 16:00-19:00
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma
Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
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"RIFLESSI D'UMANO"
Sabato 4 marzo, ore 17,30
Alla Chaos Art Gallery a partire da sabato 4 e fino al 22 marzo, si ricorda con una mostra fotografica antologica il fidentino Valerio Tosi a 21 anni dalla sua scomparsa. 6 cicli di fotografie uniche e geniali, 6 percorsi nell’umanità, nelle sue apparenze e nei suoi inganni, 6 sguardi a fermare con l’effimero di uno scatto e di un riflesso lo spazio, il tempo, ma soprattutto l’infinito che dietro si cela. Infine 6 punti di vista alternativi e un insegnamento che il fotografo e artista Valerio futurTosi ci ha lasciato: bisogna non solo guardare, ma vedere. Non con l’occhio, ma attraverso l’occhio.
Ogni foto di Valerio Tosi trasuda passione per la vita, amore incondizionato per l’umanità. Ed è la magia che rende ogni cosa da lui ripresa speciale, irripetibile, perfetta. Dal primo ciclo de “Lo specchio di Narciso” fino all’ultimo del Museo Guatelli troverete il dialogo degli oggetti, la loro umanizzazione, quasi che in ognuno palpiti un’anima e vibri un messaggio che trascende le apparenze, squarciando il velo di Maya. Riflessi, visioni, sovrapposizioni, nulla è quello che sembra e nasconde sempre un infinito. E un abbraccio. Sì, un abbraccio, tra cielo e terra, tra uomo e sé stesso, tra ombra e luce. Qualsiasi stralcio di realtà può essere spunto di memoria o d’immaginazione, racconto di una storia, specchio in cui Alice cade alla ricerca di una strada e di una risposta. Risposta che non c’è. C’è il tempo che ride da una sveglia buffa, la Venere nuda (incarnazione dell’eterno femminino) che sorge da una tazza, i telefoni che dialogano innamorati in intrecci di fili. E poi c’è un occhio che osserva oltre. Affiora dal selciato di una strada, si sfoglia da un manifesto strappato, sbircia da dietro una vetrina, si deforma nella manipolazione di una scena sul monitor televisivo. L’umanità è fatta di sguardi incrociati, di riflessi ingannevoli, d’illusioni metafisiche come quelle de “La nuova Atlantide”, ciclo straordinario e visionario presentato nel 2003 alla Casa G. Cini di Ferrara con prefazione critica di Arturo Carlo Quintavalle. Il comune denominatore di tutte le immagini di Tosi è la sovrapposizione tra reale e virtuale, al punto che non si sa più cosa sia l’uno e cosa l’altro. Questa fusione o voluta con-fusione genera una bellezza toccante e mai scontata, profondissima, quasi scandagliasse con l’obiettivo i più remoti e inarrivabili universi interiori, sfiorando davvero il sublime, come avrebbero detto i romantici, ma partendo dall’elemento più inosservato e ignorato (un cartellone slabbrato, una pozzanghera, un riflesso di una vetrina, un fotogramma in tv, una scheda madre di un computer, un vecchio oggetto abbandonato e polveroso), come nell’arte pop o povera. Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante scrisse Nietzsche. Ecco quello che ha fatto Valerio Tosi. Perché dentro questo caos c’è il cosmos, dentro il disordine dell’esistenza c’è l’ordine. Nietzsche, Jung, Francesco Bacone, William Blake, Ermete Trismegisto, l’Ecclesiaste tra i pensatori, Kandinskij, Klee, Savinio, Morandi, Magritte tra i pittori, Luigi Ghirri tra i fotografi. Ecco alcuni dei riferimenti ideali di quest’artista raro che se n’è andato troppo presto, lasciandoci tuttavia un patrimonio di opere e di pensiero così prezioso da poter ispirare altri dopo di lui. Il genio è chi sa vedere dove nessuno guarda e cogliere il tesoro della bellezza, il diamante grezzo dove nessuno la trova. Semplicemente ribaltando il punto di vista, avvicinando ciò che è lontano e allontanando ciò che è vicino, non con l’occhio però, “attraverso” l’occhio. Allora scopriamo nelle cose quegli specchi infiniti e infiniti riflessi d’umano. Manuela Bartolotti
VALERIO TOSI "RIFLESSI D'UMANO"
Sabato 4 marzo, ore 17,30
4 - 22 marzo 2023,, Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma,
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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ENRICO BIGNETTI
a cura di Manuela Bartolotti, 11 febbraio - 1 marzo 2023,
Chaos Art Gallery, vicolo al Leon d’Oro 8, Parma
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
25 e 26 dicembre chiuso / 24 e 31 dicembre ore 10:00 - 12:30 / 1 e 6 gennaio ore 16:00 - 19:00
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"La poesia delle piccole cose"
Sabato 28 gennaio, ore 17,30
E studio molteplici oggetti, neanche due eguali tra loro e tutti buoni,
la terra buona e buone le stelle, e buono ciò che sta con esse.
(Walt Whitman)
La silenziosa contemplazione della bellezza che è intorno, dal più piccolo fiore al cielo stellato. Antonio Haupala, artista italo-thailandese, riprende lo stile dei simbolisti francesi della fine dell’800, ma immergendolo in un’atmosfera ovattata e di grazia tutta orientale. Natura e uomo si fondono in quiete e armonia. Tutto vale, come scriveva Whitman, e tutto ci palpita dentro. È poesia delle piccole cose. La sua pittura ci dà lo stupore e l’emozione di quegli attimi fugaci come petali o evanescenti come la nebbia. Effimeri ma indimenticabili.
Le opere dell’artista italo-thailandese Haupala sembrano appartenere ad un’altra epoca, riportare ad un mondo fatto di sentimenti purissimi, di sensazioni che parevano perdute. I suoi effetti atmosferici, soffusi e sfocati creano quell’aura di sogno capace di trasportare in una dimensione parallela di quieta contemplazione, di armonia tra uomo e natura. La sua arte, persino nelle originali cornici fatte da lui che riprendono i motivi del quadro, in una sorta di continuità creativa, rievoca il simbolismo di Redon e di Maurice Denis, il naturalismo incantato dei Nabis. Protagoniste sono spesso le figure femminili, in atteggiamento pensoso e solitario, in interni rassicuranti o circondate da fioriture matissiane. Sono immerse in un malinconico silenzio dove cose e persone paiono strette in un dialogo intimissimo, sospese in un limbo tra ricordo e attesa. Particolarmente suggestivi sono “La notte di San Lorenzo”, col cielo rutilante di colori, ricamato di stelle variopinte, “I soffioni” che, rievocano le fantasie floreali del primo Klimt, “Ridare la libertà”, un estratto di puro lirismo realizzato con tinte sobrie e dove le due ali che disegnano il volo dell’uccello, sono il fulcro e la forza di tutta la composizione. È come se la grazia e l’armonia orientale si fossero fuse con le foschie e le nebbie della Pianura padana, innescando una magia che consente di “sentire” la natura, d’immergersi nel suo profondo mistero, per coglierne l’essenza. Haupala ci riporta indietro nel tempo e lontano nello spazio, lasciandoci indugiare sulle piccole cose, sulla meraviglia di un fiore, di un volo, di un gesto che libera, di uno sguardo verso l’oltre o dentro se stessi. All’infinito. Manuela Bartolotti
ANTONIO HAUPALA : "La poesia delle piccole cose"
a cura di Manuela Bartolotti, 28 gennaio - 8 febbraio 2023, Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma,
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma
Pochi lo sanno ma a Parma esiste anche l'Accademia del Cinghio. Ha sede poco distante dal torrente omonimo fra i legni compatti e preziosi del laboratorio di un mobiliere giustamente famoso. È nata dall'incontro quasi casuale della passione per la pittura di Antonio Monica, Carlo Mori, Giovanni Provenzali, Claudio Castagna e Alide Boschi e si è sviluppata con rigoglio, riempiendo l'improvvisato atélier con una ricca umanità che si rinnova ogni settimana, puntualissimamente.(…)
È un'accademia veramente un po’ strana. Ognuno ha il suo stile. Si dipingono gli stessi soggetti, ma secondo interpretazioni disparatissime. Con tutta tranquillità, buttando le critiche anche salaci l'uno al lavoro dell'altro. “Nessuno vuole vendere i quadri che fa. Tutto così va molto meglio” ha detto Provenzali. L'Accademia è nata dalla passione per la pittura di Antonio Monica e di Carlo Mori. Poi, piano piano, sono arrivati gli altri. Mancava solo il nome:l'Accademia del Cinghio.
(…)
Ogni tanto, a questi si aggiungono degli accademici improvvisati, lieti di utilizzare una mattinata festiva per lavorare in gruppo. Lieti di poter sfotticchiare, ed essere sfotticchiati, senza punte di cattiveria, lieti insomma di poter dipingere senza tanti patemi e senza tanti ipercritici alle spalle.
Ma la cosa più straordinaria di questa accademia di pittori della domenica, che non hanno nessuna difficoltà ad ammettere di essere tali, che anzi ci tengono a questo lavoro esclusivamente festivo in gruppo (nell’atélier con la brutta stagione, tutti insieme alla ricerca di un qualche scorcio gradevole all'aperto quando l'aria è calda e c'è il sole) è che i risultati sono ottimi. Molti dei cosiddetti “professionisti” vorrebbero poter mettere la loro firma sotto una delle opere dell'Accademia del Cinghio.
Dalla Gazzetta di Parma 4 marzo 1968
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I 100 di Marcheselli in mostra
a cura di Manuela Bartolotti, 17 dicembre 2022- 8 gennaio 2023,
Chaos Art Gallery, vicolo al Leon d’Oro 8, Parma
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
25 e 26 dicembre chiuso / 24 e 31 dicembre ore 10:00 - 12:30 / 1 e 6 gennaio ore 16:00 - 19:00
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Sabato 26 NOVEMBRE, ore 17,30
Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici.
Sono gli affascinanti giardinieri che fanno fiorire la nostra anima
(Marcel Proust)
All’ombra delle fanciulle in fiore è il titolo del secondo volume della Recherche di Proust, il famoso capolavoro sulla memoria e sul riaffiorare del tempo perduto.
Guardando le opere di Carlo Mezzi, le suggestioni che sorgono alla mente sono quelle di un’eterna primavera, dell’evocazione della bellezza giovanile, di un mondo inondato di luce rifratta in una moltitudine di tinte brillanti. La sua pittura è palesemente impressionista, discendente da Monet, Renoir, sia nello stile che nei temi: paesaggi fioriti, marine, piccole baie, scogliere, ma soprattutto giardini, prati nell’esuberanza di giornate assolate, splendenti, dove sbocciano – sì proprio sbocciano - giovani creature che paiono fatte d’aria, di sogno e di grazia. Nell’ultima produzione, l’artista ha accentuato la forza cromatica e inspessito la materia pittorica, prima molto più piatta. Questo fa sì che le forme acquistino maggiore presenza creando un effetto più sensoriale, più coinvolgente, se si ha l’accortezza – come per tutte le tele realizzate con questo stile – d’osservarle da una certa distanza. I fiori, le piante prendono corpo, non sono più solo “impressioni”, hanno uno spessore e sono assimilabili alla stesura grumosa, pastosa di Adolphe Monticelli, artista poco noto oggi, ma che alla fine dell’ottocento ispirò addirittura Van Gogh, anticipando il post-impressionismo. La pittura di Mezzi, con sempre più evidenza canta l’elegia della vita, le sue donne sono vestali della natura e l’attraversano come angeli su sentieri estivi, rigogliosi, profumati, accarezzati da una brezza silenziosa, da onde gloriose di luce. Una fanciulla esce da cortine di lillà, novella Primavera; ha capelli lunghi e biondi e quasi si confonde con la vegetazione intorno evocando il noto verso dantesco: “par sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare”. La giovane donna celebrata dal pittore sembra proprio la figura angelicata del Dolce stil novo. E intorno è l’Eden dove tutto è quiete, grazia, gioia. Non vi sono oscurità e nemmeno inquietudini, dolori. Si sono tutti dissolti nel colore, nella luce, sciolti nella memoria confortante di un tempo forse perduto, ma - proprio come per Proust - per sempre ritrovato grazie all’incantesimo consolatore dell’arte, alla forza rigenerante, vivifica dell’amore. Manuela Bartolotti
CARLO MEZZI: "ALL’OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE"
a cura di Manuela Bartolotti, 26 novembre - 14 dicembre 2022, Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma,
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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OPENING: sabato 26 novembre ore 17:30
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05 - 23 novembre 2022
Chaos Art Gallery - Parma
Inaugurazione: Sabato 5 novembre, ore 17.30
a cura di Mauro Carrera e Laura Olivieri
INGRESSO LIBERO
La stagione dell’amore viene e va. I desideri non invecchiano quasi mai con l'età.
Franco Battiato
Immersi noi siamo nello spirito silvestre, d’arborea vita viventi”.
Gabriele D’Annunzio
Nel Padiglione “Venezia” della Biennale di quest’anno si può leggere un mantra dedicato all’alloro: «TUTTO MUTA, NULLA MUORE, TUTTO SCORRE E OGNI IMMAGINE SI FORMA NEL MOVIMENTO». Come l’alloro è simbolo della metamorfosi, così le stagioni trovano la loro realizzazione in un’eterna mutazione arborea.
Parte da questa considerazione la selezione delle opere di Claudio Cesari ora in mostra alla Chaos Art Gallery di Parma. Il continuo mutare dei colori all’avvicendarsi delle stagioni è stato l’origine di una ricerca che ha impegnato Claudio per oltre cinquant’anni, nel tentativo di catturarne le innumerevoli sfumature attraverso la sperimentazione delle tecniche più disparate: dal disegno alla pittura materica, dall’acquerello all’action painting, dalla fotografia agli esperimenti tridimensionali senza soluzione di continuità.
Era dunque la Natura ad offrirgli l’ispirazione e a sorprenderlo ogni volta nella sua costante mutevolezza. Ad ogni buon conto i paesaggi che ritroviamo però non sono veri (dal verismo) ma verosimili e in alcuni casi addirittura virtuali. Nelle sue opere Claudio si sottrae al naturalismo per lasciare spazio a percezioni illusorie, quasi oniriche, che riflettono espressioni di stati d’animo, vibrazioni, ricordi profondi immersi nella sospensione del tempo.
Ed ecco gli inverni con gelide brine notturne, cui succedono le primavere di vigorose ginestre, seguite da estati di secche spiagge del Po e infine autunni palpitanti di foglie e radici. Dopo primavere ed estati interminabili che aspirano all’eternità, il paesaggio d’autunno ci invita a riflettere sulla bellezza e la transitorietà delle cose viventi, della morte apparente, nella certezza che la vita ricomincerà in forme nuove o in ataviche memorie.
Così che i due alberi spogli realizzati da Claudio, immersi nei caldi colori settembrini, finiscono col rappresentarci con tutta la loro forza e fragilità. È questa un’opera in cui l’uomo si fonde completamente con la natura
E nel silenzio della contemplazione nascono le odi che Miranda, moglie di Claudio, riempie con la sua poesia a corollario di un amore che non conosce la parola “fine”.
Laura Olivieri
Aperta al pubblico da martedì a sabato con orario 10.00-12-30 e 16.00-19.00, domenica ore 16.00-19.00. Ingresso gratuito.
Per info e appuntamenti: T. +39 0521 1473924, M. +39 338 6076886, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.chaosartgallery.it.
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