Martedì, 03 Marzo 2020 14:08

E-motion

Mary QUARANTELLI
Giacomo PONZI
Rino SGAVETTA

Il moto è causa d’ogni vita
(Leonardo Da Vinci)

Emotion come emozione e motion come movimento. Del resto cos’è l’emozione se non un movimento interiore e cos’è l’arte se non quella capacità d’esprimere il movimento esteriore dei corpi e il movimento interiore degli esseri viventi così da commuovere ed emozionare? Il grande Leonardo l’ha insegnato con le linee del suo disegno dove fa intuire il movimento e il trascorrere di tutte le cose di natura insieme al moto dell’anima che percorre la realtà. E’ la vita.
Così anche questi 3 artisti hanno in comune l’abilità e la forza nell’evidenziare il movimento, quello esterno come quello interno. Sgavetta esprime continuo dinamismo nei suoi quadri con i ciclisti in fuga, le auto in corsa, ma anche dove tutto pare fermarsi nella meditazione e nell’osservazione di un evento (ad esempio i quadri dei muri, le nature morte, i paesaggi), in realtà c’è sempre il colore espressivo che spinge le emozioni, fa scattare i ricordi, suggerisce l’inesauribile carica vitale che pervade le sue visioni. E d’altra parte le sue sculture definiscono percorsi labirintici e senza fine, morbide curve che non s’interrompono mai. Lo stesso slancio, ma più interiorizzato e concentrato, lo troviamo nelle opere di Mary Quarantelli. Lei sintentizza le emozioni in tracce evocative di colore, tra l’informale e il concettuale, dove la chiave sta spesso in dettagli significanti, simil conchiglie sulla riva, segni obliqui e graffi nell’apparente quiete di un fondo scuro o monocromo, elementi materici che spezzano l’equilibrio e generano moto, schiudono nuovi panorami, ulteriori sensazioni, senza soluzione di continuità.
Infine Giacomo Ponzi, espressionista nei paesaggi scossi dal turbamento di uno spirito inquieto, frementi di colori accesi e ancora più estremo nei volti e nelle figure ectoplasmatiche, ridotte, smunte tra Giacometti, Munch e Bacon. Il corpo di queste persone è fatto della sola nervatura delle emozioni, il moto della vita è quello della mano che costruisce la dimensione estrema delle sue figure, allucinate, sospese tra ombra e luce, tra essere e non essere, anzi sopraffatte dal loro stesso esistere. Da tutti e tre questi artisti, affiora un grido di colore dal silenzio e dall’ingannevole compostezza circostante. E’ la dichiarazione di un’arte autenticamente sofferta e di una sofferenza liberata, dove quello che sfugge è quello che resta imprigionato sulla tela e nella nostra suggestione. Il moto, l’emozione passa da loro a chi osserva senza nessun filtro razionale, si scaglia come un proiettile dentro e invece di spegnere, di uccidere, accende di stupore o di sgomento, chiama e scuote. Ci rende presenti a noi stessi. Ed è la vita. Proprio come ha scritto Da Vinci: “il moto è causa d’ogni vita”.

Manuela Bartolotti

 

Published in Mostre 2020
Domenica, 02 Febbraio 2020 23:11

Rino SGAVETTA

Aceri
Aceri
Scavi a Pompei
Scavi a Pompei
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  Valore3

RINO SGAVETTA

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  • Client Lorem ipsum dolor
  • Date Martedì, 19 Aprile 2016
Published in Artisti R-Z
Mercoledì, 30 Marzo 2016 09:34

"ENERGIA VITALE"

Rino SGAVETTA

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”

Rino Sgavetta è un “giovane” artista di 91 anni che ancora crea sculture di grandi dimensioni, quadri sempre più innovativi, opere tutte contraddistinte da una forza interiore e da un’inesauribile “energia vitale”. Tanti lo conoscono per i variopinti lavori dedicati alle corse ciclistiche o per i paesaggi realizzati a colpi di spatola risparmiando parte della tela, solitamente di juta, che diventa da fondo a sfondo terroso, suggestivo quanto le increspature di materia che vi si sovrappongono. Altri ammirano le sue elaborate sculture lignee intagliate da pezzi unici, levando e levigando fino all’anima della pianta, assecondandone le venature, senza interrompere mai il flusso recondito della vita.
Via via che nel tempo Sgavetta ha approfondito la sua ricerca e la sua sperimentazione, al colore si sono aggiunti i materiali, collages di giornali o di stoffa; è andato sempre più dissolvendo le forme, sintetizzandole in pennellate essenziali, dagli effetti d’un impressionismo sui generis perché denso, corposo e in evoluzione. Significativo è un quadro come “Sagrada Familia” che bene esprime il dinamismo intrinseco di tutta la sua produzione artistica. Tale vitalismo è evocato anche nelle tematiche e nei titoli: Eruzione, Sisma di Amatrice, Sgommata, Prima della partenza. Provocatoriamente, si potrebbe sintetizzare la sua operazione creativa con la famosa formula della relatività di Einstein: E = mc2.
Tradotta in altri termini, l’energia è data dalla massa (in questo caso la materia pittorica o scultorea) moltiplicata per la velocità della luce al quadrato (la vita nel suo svolgersi). E infatti queste pennellate, spatolate, forme lignee lisciate fino al limite sembrano proprio liberarsi nella velocità e nel fremito luminoso che le percorre.
Osservando poi altre opere di Sgavetta che sembrano immobili come i suoi famosi muri, possiamo citare Lavoisier: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Perché anche le immagini apparentemente più rigide, immutabili, prive di ogni moto, in realtà rivelano la corruzione del tempo. Allora le sbrecciature, le fenditure, le crepe di una parete, così come la decadenza di una cosa abbandonata, rotta, persino un frutto marcescente sono silenziose evoluzioni, segni della necessaria vitale trasformazione. E anche nelle composizioni inanimate (pietre, libri vecchi), il colore, fiamma sotto la cenere, germoglia.
Il suo nero nasconde anime di cupo rosso (il magma, il sangue della terra) e di blu oltremare, oltre-cielo, poi fuse in un viola profondo, indecifrabile, ancestrale. Mentre le sculture, sempre più assottigliate, sfidano lo spazio come radici che si ritorcono nell’aria, flussi energetici che prendono forma, fiamme solidificate, slanci che sembrano non finire mai.
E non finiscono. Sono vivi. Energia è arte per vita alla potenza. La potenza è l’amore.

Manuela Bartolotti

 

 

 

Published in Mostre 2018