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Venerdì, 05 Maggio 2023 22:03

SILVIO FRANZINI

Silvio_Franzini
Nello sguardo

Silvio Franzini
Dalla luce

Silvio Franzini
Ardore

  Valore3

SILVIO FRANZINI

Silvio Franzini è nato a Parma. Fin dall’adolescenza si dedica alla Pittura, focalizzando la sua attenzione sulle correnti pittoriche delle Avanguardie. Ha svolto polivalenti esperienze come musicista classico, jazz-rock e come didatta (docente di Interdisciplinarietà delle Arti, Musica e arti visive, Multimedialità e titolare di Strumento presso i Conservatori di Brescia, Carpi, Parma, Piacenza).
Dopo un’attività di ritrattista, si dedica intensamente alla Pittura di ricerca (Geometrismo lirico, Astrazione figurale, Informale, Digital painting), anche in relazione alla fotografia, alle scienze ed alle poetiche musicali contemporanee. Ha pubblicato recensioni e scritti teorici (impegnandosi anche come grafico), numerose le sue mostre personali presso sedi prestigiose.
Invitato e premiato più volte in Italia - Agrigento, Bologna, Carpi (MO), Ferrara, Forlì, Fidenza (PR), Firenze, Ferrara, Modena, Padova, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Roma, Torino - e all’estero - Australia, Brasile, Cina, Francia, Svizzera, U.S.A. -, svolge la sua attività anche in ambito performativo, producendo eventi in cui s’intersecano pittura e video-art, musica, testo recitato e danza.
Franzini inoltre ha ideato e diretto la sezione “Arte & Musica” della Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea di Firenze. E’ presente su annuari, dizionari, cataloghi d’arte italiani ed esteri (oltre a riviste specializzate, quotidiani, siti internet ecc.); ha ottenuto diplomi di merito e vari riconoscimenti a livello internazionale, ottenendo gratificazioni di pubblico e di critica.
                                                                       

www.silviofranzini.it

Principali Esposizioni e Mostre Personali
NICE (France) 1990: ‘Art jonction International’, Palais des Esposition.
ROUEN (France) 1990 e 91: Salon d’ Art Contemporain.
PADOVA 1991 e 92: ‘Arte’, Quartiere fiera.
CARPI (Modena) 1991 e ‘92: ‘Art Box’, Castello dei Pio.
FIRENZE 1991 e 92: EIAC Expo Internazionale Artisti Contemporanei; Galleria ‘Centro Storico’.
GENEVE (Swisse) 1992: "Europ’ Art", Palais des Esposition.
MELBOURNE (Australia) 1992: "ACAF 3" (Australian Contemporary Art Fair).
FIRENZE 1993: SIAC’ Salone Italiano Arte Contemporanea, Palazzo degli Affari.
PIACENZA 1993 - 94 e 95: Centro Permanente Arte Contemporanea, Galleria ‘La Meridiana’.
TORINO 1994: Galleria ‘La telaccia’.
VIGOLENO (Piacenza) 1994: Castello Medievale (Personale)
PECHINO (BEIJING) Cyna 1995: Yang-Uang Art Museum.
NEW YORK (USA) 1996 : ‘Artur Dazinger Gallery’ (Soho).
TORRECHIARA (Parma) 1996: ‘Badia Benedettina’ (Personale)
MONTESE (MO) 1996 e ‘97: ‘Forvm Artis Mvsevm’ (Rocca Medievale).
FIRENZE 1997:’ Biennale Internazionale Arte Contemporanea’, Palazzo degli Affari.
FIRENZE 1998: ‘Vetrina degli Artisti Contemporanei’, Palazzo degli Affari (Personale).
FIRENZE 1999: ‘Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea’, Fortezza da Basso.
BOLOGNA 2000: Galleria-Libreria ‘Il secondo Rinascimento’ (Personale).
PARMA 2000: "Arte Europa" Quartiere Fiera (Personale)
FERRARA 2000: “Cromaticos”, Castello Estense.
REGGIO EMILIA 2000: “Immagina”, Quariere fiera (Personale).
PARMA 2001: Credito Italiano, Private Banking (Personale).
FIRENZE 2001: Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea, Fortezza da Basso.
PARMA 2002: "Artisti in Fiera” Quartiere Fiera (Personale), UniCredit Private Banking (Personale).
PARMA 2003 ” Centro Egò ” (Personale) e centro “Xaos” (Personale)
FERRARA 2003: Galleria “Sekanina” Contemporary Art (Personale).
FIRENZE 2003: Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea, Fortezza da Basso
PARMA 2004: Cambridge School (Personale); Centro “Xaos” (Personale)
PARMA 2005: Circolo “Castellazzo” (Personale),
AGRIGENTO 2005: "Agrigento Arte", Palacongressi (Personale).
REGGIO EMILIA 2006: “Immagina”, quartiere fiera (Personale)
FERRARA 2006: “New Code”, Castello Estense
NICE (France) 2006: “Nice ExpoArt”, Radisson Sas (Promenade des Anglais)
PIACENZA 2006: Galleria Nazionale d’Arte Moderna “Ricci-Oddi” (Personale)
PARMA (Collecchio) 2006: Parco Nevicati, Villa Soragna (Personale)
PARMA 2007: "ArteFiera" (quartiere Fiera) Galleria “Alba” di Ferrara
PIACENZA 2007: “Atelier Braceschi” (Premio Biennale di Roma)
ROMA 2008: Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea. Sale del Bramante (Piazza del popolo)
PARMA 2008: Giornata Nazionale del Contemporaneo, Centro “Xaos” (Personale Antologica)
SAO PAULO (BRAZIL) 2009: Galleria "Spazio Surreale" - Jardim Paulista; Assembléia Legislativa - Palacio 9 de Julho (Palazzo del Parlamento)
FORLI' 2009: "Vernice art Fair" Arte contemporanea, Quartiere fiera
FUCECCHIO (Firenze) 2010: Art-Hotel Expo "Primavera Cromatica"
OPORTO (Portogallo) 2010: Galeria-Atelier "Geraldes Da Silva"
PARMA 2010: "Giornata Nazionale del Contemporaneo" al Centro Xaos: nuova Personale e Performance "Permanenze" in DVD (suite multimediale di video-art e musica elettronica)
NEW YORK 2011: rappresentation presso "Agora Gallery" (Chelsea Inernational Fine Art)
PIACENZA 2011: Galleria Nazionale d'Arte Moderna "Ricci Oddi"
PARMA 2011: Giornata Nazionale del Contemporaneo Centro "Xaos" Personale Antologica
NEW YORK 2012: Exibition presso "Agora Gallery" (Chelsea International Fine Art), Manhattan
SALA BAGANZA (Parma) () 2013: Rocca S. Vitale, Mostra Personale e performance Multimediale
PARMA 2014: Giornata Internazionale del Contemporaneo, Centro "Xaos" (personale Antologica)
LONDON 2015: Italian Art Exibition, Crypt Gallery, St. Pancras Church (Euston Rd. NW)
MARINA DI PISA 2015: IV Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea, Villa Bondi
PARMA 2016: Mostra Personale presso Casa del Suono e Performance presso Casa della Musica
PIACENZA 2016: Suite Multimediale in video-art presso il Conservatorio "G. Nicolini"
PESARO 2017: Mostra Personale presso Alexander Musevm Palace Hotel
PARMA 2018: Giornata Nazionale del Contemporaneo
SPOLETO (PG) 2019: Mostra Personale presso Galleria Poli d’Arte, Piazza della Signoria
MANTOVA 2019: Mostra Personale presso Galleria “Sartori” (Via Ippolito Nievo)
PARMA 2020: Mostra Personale presso Galleria CUBO (Via La Spezia)

 

     

 

 

Venerdì, 05 Maggio 2023 21:55

La poetica della luce

Silvio FRANZINI
"La poetica della luce"

All’inizio fu un segno a creare un sentiero nel paesaggio o a tracciare il profilo di un volto, di una mano, in realtà imprimendo un solco e un varco nel silenzio, un filo d’Arianna che conducesse al mistero. Leonardo da Vinci per primo e più di tutti c’introdusse nella calligrafia del mondo e nella vibrazione dell’anima universale. Molto più tardi, questo diapason fu fatto risuonare col colore, Čiurlionis lo predisse, Kandinskij lo teorizzò, Klee e Mondrian lo costruirono, scomposero e ricomposero, Rothko approfondendolo, lo liberò. Il colore divenne lo strumento per veicolare la musica interiore e cosmica, l’armonia perfetta del tutto, quello che il filosofo Hillman chiamerebbe “il codice dell’anima”. Proprio su questa stessa strada, tra la razionalità e l’intuizione, tra il pensiero e l’emozione, nella comunione ed espansione delle arti troviamo il pittore Silvio Franzini
Le sue opere sono dotate di una forza espressiva primordiale, archetipica, si potrebbero definire totem evocativi. La loro risonanza energetica rimanda alle atmosfere enigmatiche dei dolmen di Stonehenge, alcuni tratti di viso sospesi in pulviscoli di luce suggeriscono stele primigenie affioranti tra pulsazioni cromatiche. Le tinte sfumano le une nelle altre in modo armonico e vibrante. Le immagini levitano su un silenzio gravido di sonorità che sembrano provenire da spazi remoti, come onde che si scompongono nell’iride di un oceano di luce. Sono emozioni afferrate, trattenute, ma mai fermate o statiche; vive, fluide, scorrono davanti agli occhi e insieme schiudono dentro noi le forme dell’invisibile, suggerendo vastità. Per quello più ancora che “trasfigurazioni”, si potrebbero definire “apparizioni”. Necessitano ascolto attento e un’osservazione intima, quasi meditativa.
Tornando all’inizio di questa lunga storia d’arte e rivelazione, Franzini non chiude la linea introspettiva di Leonardo, applicando semplicemente all’astrazione il suo intraducibile “sfumato”, così come non si ferma appagato alle geometrie di Kandinskij, alle architetture di Klee, alla scacchiera razionale di Mondrian. Accoglie tutte queste suggestioni, ma poi si trova ancor più affine al lituano, ingiustamente meno celebre, ma reale ispiratore dell’astrattismo, Konstantinas Čiurlionis. Così s’approssima alle sue visioni metafisiche e “sinfoniche”, ai suoi ponti lanciati nell’ignoto e da lì giunge alla mistica di Rothko, pur senza quella vertiginosa drammaticità, sonoramente bassa e diaframmatica. Le note di Franzini sono più alte, ariose, visioni dell’imponderabile e divina bellezza. La stesura pittorica invece sembra apparentarsi con gli sfondi dell’artista lituano, in quel trascolorare fluttuante e sonoro, assecondando oscillazioni luminose, vibrazioni energetiche.
Ora trasferiamoci per un istante alla scena della Creazione di Adamo rappresentata da Michelangelo nella Cappella Sistina. Tra il dito di Dio e quello dell’uomo c’è uno spazio minimo ma altrettanto incommensurabile fatto d’energia, luce, e porta tutta la forza dell’amore creatore, silenzio e suono insieme. Lì entriamo in quella dimensione intermedia, in quel campo magnetico potentissimo tra l’alto e il basso, tra l’assoluto e il relativo, dove non ci sono più le categorie terrene, ma la scintilla del divino. Ecco, in quella frazione, pausa fremente, attesa forgiante, in quel quanto d’universo e in quel qualia d’umana percezione, dove si sente più di tutto il mistero e il mistero del tutto, s’incastona come un brillante la pittura di Franzini, poiesis (poetica) della luce.
    Manuela Bartolotti

 

 

Venerdì, 05 Maggio 2023 21:43

La poetica della luce

Silvio Franzini

FONDAZIONE UCCIA FIENI CHAOS ART GALLERY  
sono liete di Invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra

 

Silvio Franzini
"La poetica della luce"
 

 

Sabato 29 aprile, ore 17,30


Opere che vibrano di risonanze energetiche, colori pulsanti. La pittura di Franzini si percepisce come un totem fortemente evocativo, ha in sé la sacralità della vita, il mistero creativo che si rinnova continuamente, la poetica della luce.

 

All’inizio fu un segno a creare un sentiero nel paesaggio o a tracciare il profilo di un volto, di una mano, in realtà imprimendo un solco e un varco nel silenzio, un filo d’Arianna che conducesse al mistero. Leonardo da Vinci per primo e più di tutti c’introdusse nella calligrafia del mondo e nella vibrazione dell’anima universale. Molto più tardi, questo diapason fu fatto risuonare col colore, Čiurlionis lo predisse, Kandinskij lo teorizzò, Klee e Mondrian lo costruirono, scomposero e ricomposero, Rothko approfondendolo, lo liberò. Il colore divenne lo strumento per veicolare la musica interiore e cosmica, l’armonia perfetta del tutto, quello che il filosofo Hillman chiamerebbe “il codice dell’anima”. Proprio su questa stessa strada, tra la razionalità e l’intuizione, tra il pensiero e l’emozione, nella comunione ed espansione delle arti troviamo il pittore Silvio Franzini.
Le sue opere sono dotate di una forza espressiva primordiale, archetipica, si potrebbero definire totem evocativi. La loro risonanza energetica rimanda alle atmosfere enigmatiche dei dolmen di Stonehenge, alcuni tratti di viso sospesi in pulviscoli di luce suggeriscono stele primigenie affioranti tra pulsazioni cromatiche. Le tinte sfumano le une nelle altre in modo armonico e vibrante. Le immagini levitano su un silenzio gravido di sonorità che sembrano provenire da spazi remoti, come onde che si scompongono nell’iride di un oceano di luce. Sono emozioni afferrate, trattenute, ma mai fermate o statiche; vive, fluide, scorrono davanti agli occhi e insieme schiudono dentro noi le forme dell’invisibile, suggerendo vastità. Per quello più ancora che “trasfigurazioni”, si potrebbero definire “apparizioni”. Necessitano ascolto attento e un’osservazione intima, quasi meditativa.
Tornando all’inizio di questa lunga storia d’arte e rivelazione, Franzini non chiude la linea introspettiva di Leonardo, applicando semplicemente all’astrazione il suo intraducibile “sfumato”, così come non si ferma appagato alle geometrie di Kandinskij, alle architetture di Klee, alla scacchiera razionale di Mondrian. Accoglie tutte queste suggestioni, ma poi si trova ancor più affine al lituano, ingiustamente meno celebre, ma reale ispiratore dell’astrattismo, Konstantinas Čiurlionis. Così s’approssima alle sue visioni metafisiche e “sinfoniche”, ai suoi ponti lanciati nell’ignoto e da lì giunge alla mistica di Rothko, pur senza quella vertiginosa drammaticità, sonoramente bassa e diaframmatica. Le note di Franzini sono più alte, ariose, visioni dell’imponderabile e divina bellezza. La stesura pittorica invece sembra apparentarsi con gli sfondi dell’artista lituano, in quel trascolorare fluttuante e sonoro, assecondando oscillazioni luminose, vibrazioni energetiche.
Ora trasferiamoci per un istante alla scena della Creazione di Adamo rappresentata da Michelangelo nella Cappella Sistina. Tra il dito di Dio e quello dell’uomo c’è uno spazio minimo ma altrettanto incommensurabile fatto d’energia, luce, e porta tutta la forza dell’amore creatore, silenzio e suono insieme. Lì entriamo in quella dimensione intermedia, in quel campo magnetico potentissimo tra l’alto e il basso, tra l’assoluto e il relativo, dove non ci sono più le categorie terrene, ma la scintilla del divino. Ecco, in quella frazione, pausa fremente, attesa forgiante, in quel quanto d’universo e in quel qualia d’umana percezione, dove si sente più di tutto il mistero e il mistero del tutto, s’incastona come un brillante la pittura di Franzini, poiesis (poetica) della luce.
     Manuela Bartolotti

 

Silvio Franzini
"La poetica della luce"

Sabato 29 aprile, ore 17,30
29 aprile -17 maggio 2023, Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma,
Orari: da martedì  a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.

 Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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FONDAZIONE UCCIA FIENI ONLUS
Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma

Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
tel. +39 366 300 1181

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5xmille C.F. 92179610347
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Venerdì, 14 Aprile 2023 22:24

La forza della natura

"LA FORZA DELLA NATURA"

Alfiya GAULIULLINA
Eugenia GIUSTI
Loredana ORLANDINI
Marco PAPAGNI
Annalisa SAVI

Tutto è in tutto e tutto si muove e trasforma, in un perenne scambio simbiotico. Dalla terra, dal minerale alla pianta, alla foglia, al fiore, all’acqua, al fuoco, di nuovo alla terra e al respiro d’anima che dà l’artista, restituendo col colore o coll’impasto di creta, la vibrazione profonda, l’energia, la forza inestinguibile della natura. E della vita.

LOREDANA ORLANDINI Wulfenite gialla olio e materia 60 x 80 cm 2023 10Non mi era mai capitato di vedere nature morte di pietre. Di qualsiasi altra cosa o elemento naturale è abbastanza normale, quasi scontato. Ma non di pietre. Eppure esse rappresentano l’energia più intima e ancestrale della terra, i loro colori e riflessi irradiano misteriose frequenze che interagiscono con la mente e il corpo. Loredana Orlandini porta in mostra queste gemme incantate, introducendoci nel cuore della natura, all’origine della sua forza inesauribile.

Eugenia Giusti Albero della vita acrilico su tavola di legno grezzo 100 x 100 cm 2010 Ecco poi Eugenia Giusti con il suo “Albero della vita” realizzato su legno grezzo, i cui anelli sembrano disegnare in una sorta di anamorfosi involontaria, l’immagine di un teschio. Quella che appare come una rappresentazione normale, rasserenante, cela l’inquietante traccia del destino, del memento mori e del cerchio eterno dell’esistenza, il legame indissolubile tra uomo e cosmo. Ugualmente i suoi boschi in fiamme riconducono alla follia dell’essere umano e alla distruzione della bellezza del creato di cui siamo spesso testimoni impotenti. La Giusti ha spesso affrontato con la sua sensibilità artistica queste tematiche, inserendo nelle opere pezzi di materiale e producendo un’efficace materica tridimensionalità. 

Annalisa Savi Trame dinfinito olio su tela 80x100 cm 2023Annalisa Savi ci riporta invece in una dimensione più serena, nella pacificante atmosfera primaverile delle fioriture, nell’esuberanza dei prati di papaveri o nel tripudio rosaceo della magnolia. Oppure panorami marini, visioni distensive e romantiche interpretate con grazia e stupita meraviglia. Anche le sue ceramiche raku sono ispirate al mondo naturale e al mito, con suggestioni simboliche: elefanti, iridescenti conchiglie, la testa di Medusa. 

10 Alfiya GaliullinaAlfiya Galiullina si sofferma sul dettaglio di una foglia sul bordo di un ruscello per dire dell’”alfa e omega”, dell’acqua elemento vitale e originario che sta per condurre via la foglia rossa e caduta, indicando quella ciclicità di cui siamo tutti parte e che la natura esalta con le tinte: chiara, trasparente la nascita, rosso come anche il tramonto il preludio della fine. La sua presa diretta dell’emozione davanti alla natura è interpretata con ancor maggior efficacia attraverso la tecnica dell’acquerello, dove riesce a dare più ampio respiro alla contemplazione, facendo affiorare dalla carta l’istante irripetibile, lo sguardo incantato sul mondo. 

Marco Papagni Le Driadi terracotta patinata 2021Infine, ultimo ma non ultimo, l’unico uomo e puramente scultore in questa rassegna altrimenti declinata al femminile. Marco Papagni torna ad illustrare con la creta le figure dei dannati dell’inferno dantesco e predilige le forme metamorfiche, le creature metà uomo metà pianta come il suicida Pier della Vigna, oppure le classiche mitiche Driadi. La sua abilità è nell’impasto denso di materia e spirito che riesce a dare alle sue creazioni, nel drammatico incresparsi e spezzarsi di un volto, nel contorcersi delle membra. Ci fa sentire il grido altissimo di anime prigioniere nella forma. Tutti questi 5 artisti ci dicono come l’umanità sia fragile parte dell’universo. Tutto è in tutto e tutto si muove e trasforma, in un perenne scambio simbiotico. Dalla terra, dal minerale alla pianta, alla foglia, al fiore, all’acqua, al fuoco, di nuovo alla terra e al respiro d’anima che dà l’artista, restituendo col colore o coll’impasto di creta, la vibrazione profonda, l’energia, la forza inestinguibile della natura. E della vita..    Manuela Bartolotti

 

 

Venerdì, 14 Aprile 2023 22:08

La forza della natura

La forza della natura

FONDAZIONE UCCIA FIENI CHAOS ART GALLERY  
sono liete di Invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra

 

"La forza della natura"

Alfiya Galiullina
Eugenia Giusti
Loredana Orlandini
Marco Papagni
Annalisa Savi

 

Sabato 15 aprile, ore 17,30

Tutto è in tutto e tutto si muove e trasforma, in un perenne scambio simbiotico. Dalla terra, dal minerale alla pianta, alla foglia, al fiore, all’acqua, al fuoco, di nuovo alla terra e al respiro d’anima che dà l’artista, restituendo col colore o coll’impasto di creta, la vibrazione profonda, l’energia, la forza inestinguibile della natura. E della vita. 

 

Non mi era mai capitato di vedere nature morte di pietre. Di qualsiasi altra cosa o elemento naturale è abbastanza normale, quasi scontato. Ma non di pietre. Eppure esse rappresentano l’energia più intima e ancestrale della terra, i loro colori e riflessi irradiano misteriose frequenze che interagiscono con la mente e il corpo. Loredana Orlandini porta in mostra queste gemme incantate, introducendoci nel cuore della natura, all’origine della sua forza inesauribile. Ecco poi Eugenia Giusti con il suo “Albero della vita” realizzato su legno grezzo, i cui anelli sembrano disegnare in una sorta di anamorfosi involontaria, l’immagine di un teschio. Quella che appare come una rappresentazione normale, rasserenante, cela l’inquietante traccia del destino, del memento mori e del cerchio eterno dell’esistenza, il legame indissolubile tra uomo e cosmo. Ugualmente i suoi boschi in fiamme riconducono alla follia dell’essere umano e alla distruzione della bellezza del creato di cui siamo spesso testimoni impotenti. La Giusti ha spesso affrontato con la sua sensibilità artistica queste tematiche, inserendo nelle opere pezzi di materiale e producendo un’efficace materica tridimensionalità.
Annalisa Savi ci riporta invece in una dimensione più serena, nella pacificante atmosfera primaverile delle fioriture, nell’esuberanza dei prati di papaveri o nel tripudio rosaceo della magnolia. Oppure panorami marini, visioni distensive e romantiche interpretate con grazia e stupita meraviglia. Anche le sue ceramiche raku sono ispirate al mondo naturale e al mito, con suggestioni simboliche: elefanti, iridescenti conchiglie, la testa di Medusa.
Alfiya Galiullina si sofferma sul dettaglio di una foglia sul bordo di un ruscello per dire dell’”alfa e omega”, dell’acqua elemento vitale e originario che sta per condurre via la foglia rossa e caduta, indicando quella ciclicità di cui siamo tutti parte e che la natura esalta con le tinte: chiara, trasparente la nascita, rosso come anche il tramonto il preludio della fine. La sua presa diretta dell’emozione davanti alla natura è interpretata con ancor maggior efficacia attraverso la tecnica dell’acquerello, dove riesce a dare più ampio respiro alla contemplazione, facendo affiorare dalla carta l’istante irripetibile, lo sguardo incantato sul mondo.
Infine, ultimo ma non ultimo, l’unico uomo e puramente scultore in questa rassegna altrimenti declinata al femminile. Marco Papagni torna ad illustrare con la creta le figure dei dannati dell’inferno dantesco e predilige le forme metamorfiche, le creature metà uomo metà pianta come il suicida Pier della Vigna, oppure le classiche mitiche Driadi. La sua abilità è nell’impasto denso di materia e spirito che riesce a dare alle sue creazioni, nel drammatico incresparsi e spezzarsi di un volto, nel contorcersi delle membra. Ci fa sentire il grido altissimo di anime prigioniere nella forma. Tutti questi 5 artisti ci dicono come l’umanità sia fragile parte dell’universo. Tutto è in tutto e tutto si muove e trasforma, in un perenne scambio simbiotico. Dalla terra, dal minerale alla pianta, alla foglia, al fiore, all’acqua, al fuoco, di nuovo alla terra e al respiro d’anima che dà l’artista, restituendo col colore o coll’impasto di creta, la vibrazione profonda, l’energia, la forza inestinguibile della natura. E della vita.
     Manuela Bartolotti

 
15 -26 aprile 2023, Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma,
Orari: da martedì  a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.

 Per info e appuntamenti: 0521.1473924
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

  

FONDAZIONE UCCIA FIENI ONLUS
Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma

Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
tel. +39 366 300 1181

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

5xmille C.F. 92179610347
Donazioni IBAN IT40F0623012708000058176095

 

Giovedì, 06 Aprile 2023 20:50

RAFFAELLA BELLANI

maternità
Maternita - 2023

Pesce mangia pesce - 2022
Pesce mangia pesce - 2022

Scomposizione di sistema - 2023
Scomposizione di sistema - 2023

  Valore3

RAFFAELLA BELLANI

Giovedì, 06 Aprile 2023 20:43

SOGNO

Raffaella BELLANI
"SOGNO"

Nell’arte di Raffaella Bellani tutto sembra legarsi ad un filo invisibile e inconscio, tra terra e cielo, tra aria e acqua, aldiquà e aldilà. È un graffito sottile tra scritte sospese e sguardi affioranti, in bilico tra passato e futuro, è un’evocazione e un’invocazione interiore. Un sogno. E un misterioso, magico ricongiungimento.

Le donne, il mondo, i pesci. Ecco le tematiche di Raffaella Bellani. Ma cosa li lega, oltre ai materiali che s’insinuano e sovrappongono? Un filo invisibile e inconscio, tra terra e cielo, tra aria e acqua, aldiquà e aldilà. È un graffito sottile tra scritte sospese e sguardi affioranti, in bilico tra passato e futuro, è un’evocazione e un’invocazione interiore. Un sogno. Bellani ha sempre fatto molti ritratti, quasi tutte donne con dentro universi di cose, scatole cinesi d’immagini, fioriture di pensieri e memorie come giochi di riflessi, emersioni simboliche e oniriche. Il suo linguaggio è solo apparentemente realistico, figurativo, perché poi invade i territori dell’inconscio, andando oltre, divenendo surreale e metafisico. Le giustapposizioni di tecniche che sembrano inspessire le sue tele, creando rilievi, paradossalmente le sgravano del peso della materia, approfondendo le piste d’indagine, moltiplicando le chiavi di lettura. La sua è una pittura solo apparentemente semplice e immediata, ma in realtà è estremamente introspettiva e articolata. Le ultime opere vedono protagonisti pesci, colorati e fantastici, silhouettes elementari fluttuanti nell’etere. Eppure sono archetipi e simboli alchemici, veicoli muti di messaggi ineffabili. Aggrappati ad essi, su altalene, quasi mimetizzate sono donne e bambine dai capelli rossi e ricci, vitali apparizioni del sé. Non bisogna lasciarsi ingannare anche qui dalla semplicità di queste scene, leggere, quasi decorative, eppure misteriose. Le superfici graffiate, elaborate con inserti materici raccontano poi molto più di una storia individuale e personale, ma dispiegano in sguardi e profili l’eterno femminino, l’Anima mundi, la donna nella sua essenza. Si sente come la Bellani dipinga in un trasporto quasi medianico, afferrando intuizioni superiori, esprimendo l’arcano dell’esistenza con gesti artistici che scavano pensieri. Dietro le tele (e talvolta anche sopra, quasi in filigrana) trascrive il diario interiore di questi momenti estatici, le tracce per orientarsi nei labirinti dell’anima. E poi ecco sorgere una parola: ricongiungimento. Il filo del sogno conduce in alto, oltre quella superficie scabra, oltre la pelle segnata e lo sguardo d’incolmabile attesa. Le sue opere spingono sempre verso approdi d’ulteriori immaginazioni. Sogni o magie? Forse entrambe le cose.    Manuela Bartolotti

 

 

Giovedì, 06 Aprile 2023 20:25

SOGNO

Raffaella Bellani

FONDAZIONE UCCIA FIENI CHAOS ART GALLERY  
sono liete di Invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra

 

Raffaella Bellani

"SOGNO"
 

 

Sabato 25 marzo, ore 17,30

Nell’arte di Raffaella Bellani tutto sembra legarsi ad un filo invisibile e inconscio, tra terra e cielo, tra aria e acqua, aldiquà e aldilà. È un graffito sottile tra scritte sospese e sguardi affioranti, in bilico tra passato e futuro, è un’evocazione e un’invocazione interiore. Un sogno. E un misterioso, magico ricongiungimento.

 

Le donne, il mondo, i pesci. Ecco le tematiche di Raffaella Bellani. Ma cosa li lega, oltre ai materiali che s’insinuano e sovrappongono? Un filo invisibile e inconscio, tra terra e cielo, tra aria e acqua, aldiquà e aldilà. È un graffito sottile tra scritte sospese e sguardi affioranti, in bilico tra passato e futuro, è un’evocazione e un’invocazione interiore. Un sogno. Bellani ha sempre fatto molti ritratti, quasi tutte donne con dentro universi di cose, scatole cinesi d’immagini, fioriture di pensieri e memorie come giochi di riflessi, emersioni simboliche e oniriche. Il suo linguaggio è solo apparentemente realistico, figurativo, perché poi invade i territori dell’inconscio, andando oltre, divenendo surreale e metafisico. Le giustapposizioni di tecniche che sembrano inspessire le sue tele, creando rilievi, paradossalmente le sgravano del peso della materia, approfondendo le piste d’indagine, moltiplicando le chiavi di lettura. La sua è una pittura solo apparentemente semplice e immediata, ma in realtà è estremamente introspettiva e articolata. Le ultime opere vedono protagonisti pesci, colorati e fantastici, silhouettes elementari fluttuanti nell’etere. Eppure sono archetipi e simboli alchemici, veicoli muti di messaggi ineffabili. Aggrappati ad essi, su altalene, quasi mimetizzate sono donne e bambine dai capelli rossi e ricci, vitali apparizioni del sé. Non bisogna lasciarsi ingannare anche qui dalla semplicità di queste scene, leggere, quasi decorative, eppure misteriose. Le superfici graffiate, elaborate con inserti materici raccontano poi molto più di una storia individuale e personale, ma dispiegano in sguardi e profili l’eterno femminino, l’Anima mundi, la donna nella sua essenza. Si sente come la Bellani dipinga in un trasporto quasi medianico, afferrando intuizioni superiori, esprimendo l’arcano dell’esistenza con gesti artistici che scavano pensieri. Dietro le tele (e talvolta anche sopra, quasi in filigrana) trascrive il diario interiore di questi momenti estatici, le tracce per orientarsi nei labirinti dell’anima. E poi ecco sorgere una parola: ricongiungimento. Il filo del sogno conduce in alto, oltre quella superficie scabra, oltre la pelle segnata e lo sguardo d’incolmabile attesa. Le sue opere spingono sempre verso approdi d’ulteriori immaginazioni. Sogni o magie? Forse entrambe le cose.     Manuela Bartolotti

 

RAFFAELLA BELLANI "SOGNO"
Sabato 25 marzo, ore 17,30
25 marzo - 12 aprile 2023, Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma,
Orari: da martedì  a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Pasqua e Pasquetta: 16:00-19:00

 Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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FONDAZIONE UCCIA FIENI ONLUS
Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma

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Martedì, 28 Febbraio 2023 21:42

VALERIO TOSI

MUSEO GUATELLI
MUSEO GUATELLI
SPECCHIO DI NARCISO
SPECCHIO DI NARCISO
OCCHI SULL'ASFALTO
OCCHI SULL'ASFALTO
  Valore3

VALERIO TOSI

Martedì, 28 Febbraio 2023 21:32

RIFLESSI D'UMANO

Valerio TOSI
"RIFLESSI D'UMANO"

Ogni foto di Valerio Tosi trasuda passione per la vita, amore incondizionato per l’umanità. Ed è la magia che rende ogni cosa da lui ripresa speciale, irripetibile, perfetta. Dal primo ciclo de “Lo specchio di Narciso” fino all’ultimo del Museo Guatelli troverete il dialogo degli oggetti, la loro umanizzazione, quasi che in ognuno palpiti un’anima e vibri un messaggio che trascende le apparenze, squarciando il velo di Maya. Riflessi, visioni, sovrapposizioni, nulla è quello che sembra e nasconde sempre un infinito. E un abbraccio. Sì, un abbraccio, tra cielo e terra, tra uomo e sé stesso, tra ombra e luce. Qualsiasi stralcio di realtà può essere spunto di memoria o d’immaginazione, racconto di una storia, specchio in cui Alice cade alla ricerca di una strada e di una risposta. Risposta che non c’è. C’è il tempo che ride da una sveglia buffa, la Venere nuda (incarnazione dell’eterno femminino) che sorge da una tazza, i telefoni che dialogano innamorati in intrecci di fili. E poi c’è un occhio che osserva oltre. Affiora dal selciato di una strada, si sfoglia da un manifesto strappato, sbircia da dietro una vetrina, si deforma nella manipolazione di una scena sul monitor televisivo. L’umanità è fatta di sguardi incrociati, di riflessi ingannevoli, d’illusioni metafisiche come quelle de “La nuova Atlantide”, ciclo straordinario e visionario presentato nel 2003 alla Casa G. Cini di Ferrara con prefazione critica di Arturo Carlo Quintavalle. Il comune denominatore di tutte le immagini di Tosi è la sovrapposizione tra reale e virtuale, al punto che non si sa più cosa sia l’uno e cosa l’altro. Questa fusione o voluta con-fusione genera una bellezza toccante e mai scontata, profondissima, quasi scandagliasse con l’obiettivo i più remoti e inarrivabili universi interiori, sfiorando davvero il sublime, come avrebbero detto i romantici, ma partendo dall’elemento più inosservato e ignorato (un cartellone slabbrato, una pozzanghera, un riflesso di una vetrina, un fotogramma in tv, una scheda madre di un computer, un vecchio oggetto abbandonato e polveroso), come nell’arte pop o povera. Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante scrisse Nietzsche. Ecco quello che ha fatto Valerio Tosi. Perché dentro questo caos c’è il cosmos, dentro il disordine dell’esistenza c’è l’ordine. Nietzsche, Jung, Francesco Bacone, William Blake, Ermete Trismegisto, l’Ecclesiaste tra i pensatori, Kandinskij, Klee, Savinio, Morandi, Magritte tra i pittori, Luigi Ghirri tra i fotografi. Ecco alcuni dei riferimenti ideali di quest’artista raro che se n’è andato troppo presto, lasciandoci tuttavia un patrimonio di opere e di pensiero così prezioso da poter ispirare altri dopo di lui. Il genio è chi sa vedere dove nessuno guarda e cogliere il tesoro della bellezza, il diamante grezzo dove nessuno la trova. Semplicemente ribaltando il punto di vista, avvicinando ciò che è lontano e allontanando ciò che è vicino, non con l’occhio però, “attraverso” l’occhio. Allora scopriamo nelle cose quegli specchi infiniti e infiniti riflessi d’umano.    Manuela Bartolotti

 tosi

 

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